sabato 2 luglio 2016
Grandi firme e tesi deboli. Servirebbero «Ragioni prima dei princìpi» (“Domenicale” del “Sole”, 26/6, p. 31). Il giorno prima sul “Corsera” (tutta p. 48) Pietro Citati e titolo secco: «L'estasi insegue Dio. E fallisce». Racconta Angela da Foligno (1248-1309) nel “Memoriale” di esperienze «mistiche»: visioni e miracoli. Tuttavia per la grande teologia cristiana «mistica» è ogni realtà in cui l'azione divina è causa e trasforma la persona umana che liberamente acconsente. Si può dire che dal Battesimo in poi tutta la vita cristiana è «mistica»: Dio crea e salva amando e perdonando, convertendo e trasformando in Sé. Un discorso lungo, ma purtroppo Citati lo fa cortissimo: con una serie di citazioni degli scritti di Angela, tra luci e ombre dell'assimilazione tra la Trinità increata e la creatura divinizzata per grazia giunge secco a conclusione unica: «Angela sente che ogni religione si perde e si annulla in Dio, che è l'incomprensibile e l'indescrivibile. La sua esperienza mistica è un fallimento»! Questo rimane nel titolo, e ed è ribadito nella conclusione: «Una mancanza di una mancanza: ecco quello che noi conosciamo di Dio»! Che dire? Rispetto per l'illustre firmatario, ma l'esperienza di millenni di salvezza e del grande pensiero teologico dicono (anche) altro. Ricordo che Angela, beata dal 1693 è stata canonizzata da Papa Francesco il 9 ottobre 2013, e parrebbe difficile che lui si sia fatto incantare da un «fallimento». Basta conoscere vite autentiche di Santi e Sante per non riconoscersi in quel definitivo «fallisce». Mi torna in mente Teresa di Lisieux. Interrogata sul suo desiderio di «passaggio» al Cielo, il 15 maggio 1897 risponde che lei quel passaggio lo desidera, ma aggiunge: «Vedrò Dio, sì! Ma quanto ad essere con Lui lo sono già del tutto sulla terra». Altro che fallimento!
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