giovedì 13 settembre 2018
I salmi graduali, delle "salite" appunto, sono un piccolo blocco, salmi 120-134, di brevi composizioni, facilmente memorizzabili. Tra di esse una inizia nel modo seguente: «Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l'aiuto? Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra» (Sal 121,1-2). I monti in questione sono ben collocati con precisione sulla carta geografica, non si tratta di guardare la prima vetta che capita, bensì di concentrare lo sguardo sulla corona montuosa che circonda il Sion, il monte del tempio. Il pellegrino poteva vedere quell'anello d'alture quando ormai la meta era vicina. Quella visione esercitava sul suo intimo una pressione dolce ed efficace, sufficiente a far uscire dal cuore il suo bisogno di non essere solo. L'aiuto che egli cerca, è espresso col termine 'ezer, vocabolo che si trova in Genesi 2,18, dove Dio decide di dare all'uomo «un aiuto che gli corrisponda» e che si incarnerà in Eva. Per l'aiuto che si aspetta non basta al pellegrino la moglie che è in viaggio con lui, impotente come lui di fronte alle grandi difficoltà della vita. L'assistenza di cui ha bisogno deve venire "dall'alto", non solo dal suo fianco. Così il suo canto diventa professione di fede: a Gerusalemme egli incontrerà il creatore del mondo. Colui che ha fatto il cielo e la terra è anche colui che il salmista sente al suo fianco per un aiuto davvero risolutivo.
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