mercoledì 5 marzo 2014
La roggia, i canali, i fossi e tutto il leonardesco sistema irriguo del mio verde, fanno pendant con il prodigioso Po. Si pensi poi ai fontanili ed alla modalità idraulica delle "marcite", inventate nel medioevo dai monaci che, tenendo i prati da erba sempre irrorati, con acqua in movimento che non gelava, offrivano erba da foraggio dodici mesi all'anno. Un vero sistema circolatorio, paragonabile a quello arterioso e venoso del corpo umano. È la ricerca idraulica che ha forse imparato da quella anatomica? Quello che non si ricorda è che un tempo proprio in quelle petrarchesche "chiare, dolci e fresche acque", alcuni disperati o anziani privi di risorse per affrontare la loro vecchiaia, ci si andavano ad affogare. Un rito, per fortuna non di massa, di dignitoso e sciagurato addio per non pesare sulle spalle altrui, a volte non molto meno fragili di quelle di chi se ne andava. Era come un rovesciato Cantico delle Creature per la luttuosità. Ho assistito, bambino, al ripescaggio di un vecchio annegato. Era andato a chiudere la sua esistenza nella stessa acqua che, benedetta, la vita gliel'aveva fatta iniziare, da buon cristiano, con il battesimo. A volte sento parlare di una solidarietà che non sempre ho visto praticare, neppure coi propri vicini di casa.
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