sabato 4 maggio 2019
Alla fine di marzo si è volta a Genova la seconda edizione della Giornata di Studi Federalisti dove il tema principale aveva come titolo: “L'Ue alla vigilia delle elezioni europee, sfide, prospettive e partecipazione democratica”. Mi venne chiesto in questa occasione un ricordo di mio padre, oggi testimoniato assieme alla pubblicazione di quasi tutti gli interventi dei giovani partecipanti al convegno. Di questi ne scelgo alcuni perché, tra uomini e donne d'età che ci lamentiamo spesso e diamo rilievo a ciò che vi è di negativo nella società di oggi, ci sia invece di conforto il lavoro di una stagione promossa da giovani studenti ben preparati per il nuovo futuro europeo. Futuro che ancora oggi non ha linee precise, dove l'assenza di un vero disegno di integrazione europea non è portato avanti dalla classe politica attuale, più propensa a mettere in evidenza le parti negative piuttosto che il cammino già fatto. Nonostante i successi ottenuti dall'Unione, pensiamo a mezzo secolo di pace e il rispetto della Carta dei diritti fondamentali dell'Ue: (dignità umana, libertà, uguaglianza, democrazia...), pare che l'Europa, come è oggi, non sia efficiente. In realtà c'è bisogno di andare avanti sul cammino e sul programma iniziato dai fondatori e per questo è importante oggi sensibilizzare i giovani sulla necessità di partecipare al voto anche pensando alla possibilità per i loro studi di fare con facilità esperienze extra nazionali. Racconta un giovane nel suo intervento: «L'intervista con Maria Romana è stata per me te parte più emozionante di tutto il seminario, mi ha fatto capire che le nostre scelte, le nostre azioni e convinzioni sono gli elementi fondamentali per la buona riuscita di un'ottima politica e società. Anche una giovane segretaria come era lei ha potuto intrattenere rapporti con i più grandi politci della storia, come Schuman ed Adenauer. Chi da oggi ai giovani la volontà, il desiderio, la forza di credere e vivere da europei?». Penso a quale enorme responsabilità abbiamo noi che abbiamo visto nascere le prime realtà di Unità nei confronti dei giovani di oggi che si trovano a dover cercare in loro stessi il coraggio, la fantasia, la fantasia, la forza di riprendere una strada non facile. Importante quindi formare loro una coscienza politica che aiuti a far crescere l'ideale europeista come simbolo di futuro tra i popoli europei. Noi che abbiamo costruito la nostra storia attraverso le guerre e i brevi orizzonti di pace abbiamo oggi il compito di portare avanti quello che che i grandi storici, politici, intellettuali ci hanno lasciato: lavorare per la comunità sotto un'unica bandiera. Ora tocca ai giovani prendere in mano il futuro dell'Europa per guidarla a costruire ciò che non è ancora riuscita a fare.
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