martedì 7 settembre 2010
Riprendiamo" Nei giorni scorsi un collega, da sempre non credente, mi dice che ha trovato «bellissimo» il recente Messaggio di Benedetto XVI ai giovani: ammirato del tono e degli argomenti che richiamano alla vita come impegno che cambia il mondo" Ieri sul "Tempo" (p. 33) anche Andrea Gagliarducci notava giustamente che nell'occasione «il Papa si è messo in gioco in prima persona», parlando anche della sua gioventù e tornandoci su domenica anche a Carpineto, nel giorno della memoria di Leone XIII" Eppure, come i lettori di "Avvenire" già sanno bene, non tutto è andato liscio. Anzi. Per di più su quel discorso ai giovani è piovuta la superficiale volgarità di pagine senza cervello, come se il Papa avesse semplicemente detto ai giovani di non cercare il "posto fisso". Tre vignette immediate su "Unità" e "Manifesto" con mediocre sarcasmo: tanto lui, il Papa, il "posto fisso" lo ha, e se lo tiene stretto! Miserie da incomprensione " ed è l'ipotesi migliore " o da cecità: a scelta libera. Chi vuol esser cieco" sia! Vale un po' anche ieri per un titolo di "Libero" (p. 22) che spara: "La bufala di Avvenire". Se la prende con l'ipotesi fondata, qui pubblicata, che «Don Camillo e Peppone siano nati in Beaujolais», e che Guareschi si sia ispirato anche a uno scritto francese. No, per "Libero", perché nella fonte «manca il personaggio più importante della saga guareschiana, il Cristo crocifisso" ». Si può discutere, ma sorprende il seguito: «Cosa del resto sottolinea(ta) sempre dalle colonne di "Avvenire"». Segue un altro rimando, positivo, ad "Avvenire"" E allora? Allora la "bufala" non è tale. Mozzarella blu: in pagina di "Libero"!
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