mercoledì 27 settembre 2017
Come si governa un fenomeno di successo? La domanda sorge di fronte al continuo proliferare di birrifici che in Italia, da uno sparuto gruppo, oggi sono arrivati alle soglie del migliaio. E sembra di leggere la storia mai scritta della ciclicità degli eventi, giacché a fine Ottocento la situazione era ancora più vasta. Solo a Torino, nel 1865 si contavano 114 birrifici, che poi sono spariti uno dopo l'altro lasciando il terreno soltanto alle industrie.
Oggi assistiamo a un ritorno, in ogni parte d'Italia, ma non ci risulta che vi siano studi governativi su un fenomeno che è qualcosa di più di una microeconomia. Come faranno a resistere sul mercato vista la concorrenza eccessiva? E quali sono stati gli errori del passato che hanno fatto capitolare l'economia brassicola? Il Birrificio della Piazza dei Mestieri, a Torino, ha compiuto 10 anni e nei due lustri si sono succeduti almeno 7 mastri birrai: dai più anziani ai più giovani. Ognuno ha dato un'impronta, creando di fatto un laboratorio, com'è nella vocazione di questa realtà che aggrega giovani, spesso in difficoltà, intorno a un percorso formativo. Ogni sera la corte della Piazza vive una festa, perché sono centinaia i giovani che vengono serviti da altri giovani animando quello che è diventato un luogo che prima non c'era.
Durante un dialogo con i mastri birrai su questo percorso, tuttavia, ho colto una certa distanza da quelli che sono stati i "maestri", di fatto. Uno su tutti si chiama Teo Musso, originario di Piozzo, paesino che guarda le Langhe. Mi ha fatto pensare il fatto che alcuni giovani abbiano archiviato il percorso di Teo che nel frattempo a Valle di Piozzo ha investito 13 milioni di euro per aprire un luogo che rappresenta un racconto nuovo legato alla birra. Ma c'è anche innovazione (unica al mondo e non per dire), visto che ha progettato un sistema di refrigerazione all'avanguardia che facilita i processi di produzione e commercializzazione.
Il suo luogo si chiama Open Garden e l'apertura è sempre stata la sua filosofia. Per capirla bisognerebbe andarci (vale un viaggio). Dovrebbero andarci i mastri birrai che pensano d'essere dei fenomeni; dovrebbe andarci chiunque perché il parco e la cascina che ha ristrutturato sono diventati uno dei luoghi più interessanti d'Italia. Ma dovrebbero andarci anche i politici, questa volta non per avere consensi, ma per ragionare sull'impresa italiana che bisogna aiutare. Teo ha sdoganato persino la birra in lattina (che era esclusiva dell'industria) e pochi giorni fa anche il Birrificio Lambrate ha fatto la stessa cosa. Il rischio diventa alto, ma se da una parte non si fa analisi e poi sintesi tutto rimane improvvisazione. E l'unica strada è stare attaccati ai maestri.
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