giovedì 12 marzo 2020
Titoli, e speranze che paiono vane. Martedì ("Il Fatto", p. 2): «Roma disarmata. Il complesso vicino allo Spallanzani abbandonato dal 2015. Contagi in aumento, 10 ospedali chiusi. E il gioiello Forlanini è in mano ai tossici»! Leggi e ti senti sconsolato, come tutti, ma nel caso provocato di persona a una memoria profonda. «Il gioiello Forlanini in mano ai tossici»? Al Forlanini ho passato nove mesi della mia vita in coma profondo: da agosto 1956 ad aprile 1957, meningite fulminante da Tbc. In precedenza al San Camillo ero stato giudicato come già morto, e i miei mi portarono proprio al Forlanini, allora "sanatorio" dedicato essenzialmente alla tubercolosi. In coma, curato a oltranza al Padiglione II/II da una squadra meravigliosa di medici e suore infermiere che mi risvegliò. Tra l'altro quel "risveglio" fu per me l'occasione della scoperta degli scritti di Teresa di Lisieux, gli unici che per mesi non mi portavano a mal di testa... Era proprio un «gioiello» il Forlanini (150.000 m² di superficie)! Chiuso nel 2015 per decisioni politiche della Regione, abbandonato e devastato fino a oggi giorno e notte... Per decenni quel «gioiello» era rimasto vivo e prezioso anche quando lì sotto, nella valle, erano in funzione giorno e notte gli scarichi, fumo e fuoco perenni, dello stabilimento della Purfina che ammorbava l'aria destinata poi anche ai polmoni già malati dei ricoverati. È Roma questa? Ricordi anche in pieno centro l'eccellenza dell'Ospedale San Giacomo... Non c'è più: chiuso e abbandonato, pur avendo a disposizione apparecchiature nuove e all'avanguardia: abbandonato fino ad oggi, con un contenzioso legale che coinvolge secoli di storia, civile e anche religiosa... Che dire? Ultima a morire è la speranza, che la storia, antica e recente, conferma. Già successo su altro livello: "Quo vadis?" Ma sempre Roma era! Per un nuovo cammino...
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