martedì 22 maggio 2012
Oggi a Roma, alla Federazione Nazionale della Stampa e presenti i suoi vertici, la "Libreria Editrice Vaticana" presenta un libro su "Giornalismo e religione". Per singolare coincidenza ieri su tutti i giornali lo scambio di opinioni tra il direttore di questo giornale e il ministro Elsa Fornero che di recente era parsa affermare che ormai la famiglia tradizionale – uomo, donna e prole eventuale – è come un residuo del passato e occorre prendere atto della realtà diversa – coppie di fatto, anche gay – con provvedimenti di diritto che mettano tutta la realtà in evoluzione sullo stesso piano come "matrimonio"! I "lumi" della modernità si fanno strada! Tanti applausi in pagina. Non su "Avvenire" e il ministro ha precisato e chiarito di non voler evocare l'equiparazione tra famiglie e alcune altre forme di convivenza, ma la normazione di alcuni «diritti dei singoli». Chiarito col ministro, dunque, ma con «i giornali»? Sì, pur con qualche brontolio ("Secolo XIX", p. 11) per la «Retromarcia del ministro imposta dal Vaticano» (sic), anche su "Repubblica" e sul "Fatto". E invece ieri ("Corsera", p. 27: "Nozze gay: il duello Fornero Avvenire") qualcosa di sorprendente: Mariolina Iossa racconta le varie fasi del dialogo, annota che il direttore di "Avvenire" accogliendo la precisazione del ministro ha citato tra i dati di fatto da rispettare la Costituzione e «16 milioni di famiglie fondate sul matrimonio». Ma poi affida la sintesi e il "commento" autentico conclusivo all'on. Paola Concia, "pasionaria" dei "matrimoni" omosessuali e di altre innovazioni giuridiche. E lei incalza il ministro (si è fatta «spaventare da Avvenire»!) Salvo poi dichiarare che nulla sarebbe successo. Il ministro aveva lamentato nella lettera una distorsione del suo pensiero. L'unica che appare evidente è quella operata dall'on. Concia: «Diritti dei singoli» non significa neanche lontanamente «matrimonio».
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