sabato 29 marzo 2008
"Sempre meglio che lavorare": titolo di un bel libro di Michele Brambilla sul "mestiere del giornalista". Ma il peggio " stesso mestiere " è senza fondo. Ieri grandi strilli: "Il Vaticano prende le distanze da Magdi Allam"! Ma Allam aveva le sue idee e le ha conservate. Chi le aveva annullate, queste distanze? Chi aveva detto che le idee del vicedirettore del "Corsera" coincidevano con quelle della Santa Sede? (Quasi) tutti i giornali. Che quindi smentiscono se stessi! È il viziaccio di chi ha deciso per sé " torna la battuta celebre " il "sempre meglio che lavorare"! Tanto più se poi, come fa "Il Riformista" (p. 2: "Gli stop and go del Vaticano") e accennano altre pagine, si ha la sfacciataggine di aggiungere che la cosa «ricorda molto la vicenda di Ratisbona». Allora a creare dal nulla il caso fu qualche sciagurata e incosciente agenzia che attribuì al Papa il contenuto di una citazione altrui da cui proprio lo stesso Benedetto XVI subito aveva "preso le distanze". Bella impresa, dunque, e recidiva! E anche con bis immediato. Poiché "L'Osservatore" ha ricordato l'anniversario dell'uccisione di mons. Romero, un altro che pare aver scelto di "non lavorare" sul "Manifesto" scrive ieri (p. 9) che «la Chiesa è grande e furba», e perciò «per la prima volta dopo 28 anni il Vaticano riabilita mons. Romero». Eppure si sa che Giovanni Paolo II andò in preghiera sulla sua tomba! Eppure si sa che è avviata la causa di beatificazione, e proprio sull'"Osservatore" ne scrive il vescovo Vincenzo Paglia, che della stessa causa è postulatore! Sarà grande e furba, la Chiesa, ma certi colleghi sono piccoli, e sfaticati!
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