Il cavaliere che libera dai miti che soffocano
sabato 23 aprile 2022
Anche ai giorni nostri non mancano i segni di un paganesimo diffuso, là dove dei simulacri vuoti prendono il posto della Verità ingabbiando le persone dentro le proprie paure e serrando ogni orizzonte d'infinito. La lotta di san Giorgio con il drago rappresenta proprio questo: il processo di liberazione da tutto ciò che ci incatena grazie alla forza della fede autentica. Secondo la tradizione l'antico cavaliere, uno dei santi più cari al popolo dei fedeli, protettore di città, nazioni, associazioni e opere di ogni tipo, uccise il drago che minacciava Silene. La sua biografia ci è giunta confusa e arricchita da racconti senza fondamento storico. Secondo un'antica Passio, Giorgio era nato in Cappadocia e fu educato nella fede dai genitori. Divenne poi tribuno dell'armata dell'imperatore di Persia Daciano, anche se secondo altre versioni in realtà si trattava dell'armata di Diocleziano (243-313) imperatore romano, che nel 303 decretò una feroce persecuzione contro i cristiani. Giorgio si ribellò: strappò l'editto dell'imperatore e si dichiarò cristiano. Per questo fu arrestato, torturato, incarcerato e poi ucciso.
Altri santi. Sant'Adalberto di Praga, vescovo e martire (956-997); beata Maria Gabriella Sagheddu, monaca (1914-1939).
Letture. Romano. At 4,13-21; Sal 117; Mc 16,9-15.
Ambrosiano. At 3,12b-16; Sal 64 (65); 1Tm 2,1-7; Gv 21,1-14.
Bizantino. At 12,1-11; Gv 15,17-16,2.
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