giovedì 25 marzo 2004
Dentro il cuore di ognuno c'è una gemma di santità pronta a sbocciare e a profumare di sé l'universo. Bisogna però spezzare l'involucro che la imprigiona per trasformarla da gemma di ghiaccio in gemma d'amore. La primavera che sta muovendo i suoi primi passi e la freschezza della festa dell'Annunciazione che oggi celebriamo ci hanno spinti a proporre queste parole così tenere e appassionate di uno scrittore che viene dalla terra dei ciliegi in fiore, il Giappone. E' Shusaku Endo, nato nel 1923 a Tokio e là morto nel 1996, divenuto noto anche da noi per la sua conversione al cattolicesimo, vissuta con tale intensità da aver permeato tutta la sua produzione letteraria. L'immagine della gemma di ghiaccio da cui si parte, nel testo da noi citato, è significativa. C'è, infatti, una bellezza algida, intoccabile, affascinante ma destinata ad essere o isolata o a dissolversi lentamente. E' la bellezza di certi corpi o di opere che lasciano solo stupiti ma distanti. E' necessario - suggerisce Endo - scoprire la "gemma d'amore" che è poi la "gemma di santità". Essa non è gelida come una pietra preziosa, ma è simile alle gemme che stanno ora spuntando sugli alberi, segno di vita, di speranza, di festa. Solo se si ha questa carica intima, solo se si possiede la bellezza interiore dello spirito, si è capaci di profumare il mondo, di dare vita, di infondere fiducia. Lasciando lo scrittore nipponico e dirigendoci verso un orizzonte più vicino a noi, vorremmo finire con le parole parallele di un autore cretese, Nikos Kazantzakis (1882-1957), che scriveva: «Parlami di Dio - dissi al mandorlo - e il mandorlo fiorì». Il fiore, la fecondità, la vita, l'amore parlano di Dio.
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