venerdì 20 giugno 2003
A Sommaria Bosco, in quel placido Roero che confina con le Langhe, il gelato che sta andando per la maggiore nella bottega di Tonino Strumia è quello allo zucchino risin. Se invece andate nei ristoranti d"élite, quelli citati dalle guide e che spesso offrono una cucina creativa, il gusto di gelato stravagante (e rinfrescante) è quello allo zafferano. Sono cambiati i tempi, sono lontani i momenti in cui l"omino col carrettino offriva quattro gusti quattro: limone, fragola, crema e cioccolato. Ma c"è anche l"onda dei gelati al vino, rinfrescanti pure quelli, che spaziano dal Prosecco all"Arneis, dal Moscato allo Zibibbo. Chi stupisce ancora è poi il gelatiere che sconfina sui formaggi. A Moena, in un noto ristorante, abbiamo fatto resistenze prima di dare il via all"assaggio del gelato al Puzzone di Moena. Ed era buono.Ora, questa voglia di stupire, questa creatività forse portata all"eccesso (ma sempre meglio del gusto al puffo) fa pensare che il gelato sia ormai da considerare un cibo vero e proprio, quasi un sostitutivo del pasto. Ai dietologi l"ardua sentenza, visto che l"indicazione che si legge con più insistenza in questo periodo è quella di almeno cinque pasti, al motto di "frequenza e leggerezza": E" il medesimo consiglio che viene dato agli studenti alle prese con gli esami e la calura: non appesantirsi troppo. Cosa c"è di meglio, allora, di un gelato. Il gelato nella sua accezione più autentica si assaggia però in Sicilia, patria di una vera e propria scuola di gelatieri italiani. Nel chiosco del signor Matranga, a Palermo, passano ogni giorno circa duemila persone, prese dalla voglia di assaggiare la cremolosa che è quasi un misto di granita siciliana e pezzi di buona frutta. L"ultima moda in fatto di gelato, infine, risiede nelle gelaterie agricole: cascine che fanno il gelato con il latte appena munto. La più bella è ancora una volta in Piemonte, ai confini col Roero, a Poirino esattamente.
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