giovedì 13 agosto 2009
Gara aperta: il Papa dice una cosa, anche la più ovvia per lui, e intellettuali "laici" lo sgridano perché non ha il "loro" punto di vista, come lo volessero aureolato da ciò che spesso all'ingrosso evocano come "infallibilità pontificia". Concorrenti alla "cattedra"? Domenica Benedetto XVI dice " cosa per lui ovvia " che il rifiuto del Dio/Amore della fede ebraico-cristiana apre la via alla possibile negazione di ogni valore assoluto, come capita nel dominio totalitario del potere dell'uomo sugli altri uomini. Novità? No. Lo ha scritto anche Dostoevskij. Ma "la campana" del Papa, "tedesco", ha indicato il nazismo come esempio reale di negazione di Dio che nei lager ha portato "l'inferno sulla terra", caso supremo di dominio totalitario e di quel "nichilismo" moderno che minaccia sempre l'umanità, e già lunedì squillano le "trombe" intellettuali. Protesta "preoccupato" Emanuele Severino ("Corsera", p. 35): "Accusare la filosofia è solo una forzatura", occorre "anzitutto definire il concetto di nichilismo" e poi ricordare che "la tecnica, che si sta imponendo, non produce l'orrore, ma la forma più alta della razionalità occidentale." Appendice autobiografica: "Questo concetto lo sto giustificando da decenni. Attendo risposta, e da tempo, da parte della Chiesa". Ecco: lui "attende risposta" dalla "Chiesa"! E sulla tecnica, che il Papa non ha neppure nominato! E sul "Messaggero" (p. 8) altro squillo: Fernando Savater, "laico ed ateo che però studia e cerca senza sosta", grida che "ci sono stati cristiani efferati e atei amici dell'umanità". E chi l'ha negato? Non certo il Papa, ma la "gara" fa chic.
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