sabato 27 agosto 2016
Vent'anni fa, Del Debbio ci proponeva la televisione come nuova agorà, poi come prosecuzione della piazza medievale. Le merci non ci stanno più, ecco il teleschermo, ben più ampio di Tien Han Men, per contenerle. Oggi, irrompono i centri commerciali. Centomila persone vanno all'inaugurazione di uno di questi, bloccando il traffico della provincia per mezza giornata. Sono le nuove basiliche? Queste, infatti, prima dell'utilizzo religioso, ebbero un uso commerciale. È il vitello d'oro che torna a sostituire la divinità? Vediamo con ordine: la tentazione di questa affermazione ci sarebbe, basti pensare all'apoteosi travolgente dei centri commerciali a Bangkok in Thailandia. Lì, vi sta dentro, nell'edificio, persino l'università. Il libro Passage, incompiuto, di Benjamin, sui luoghi di mercato, potrebbe forse essere concluso oggi. No, non sono queste le nuove cattedrali, come non lo sono stati gli stadi. Qui la folla contempla, invidia ma non prega. E ci sono altre differenze: inservienti che trascinano, al basto, carretti di merce; cassiere che impazziscono trapanate da liste di prezzi e di cose che non finiranno mai, anche quando i loro nervi saranno all'inferno; infine gli episodi innumerevoli di furti misericordiosi del chilo di pasta, fuori da ogni carità, nella nave dei folli.
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