giovedì 17 giugno 2010
Ieri sul "Manifesto" (p. 10) una lettera torna sullo scandalo già letto il giorno prima a p. 6: a Erba (Co) "la signora N. T." iscrive "per cinque anni", e "perfettamente cosciente", la figlia ad una "scuola paritaria" cattolica. E' soddisfatta - "in effetti gli insegnanti sono molto bravi" - ma "a marzo" chiede per lei l'"esonero" dalla religione, con "risposta immediata della scuola: negativa". Dunque: la signora N. T. dorme per cinque anni, "a marzo 2010" si sveglia e chiede l'esonero. A noi viene da ridere, ma al "Manifesto" no. Allarme rosso! E il famoso "articolo 33" della Costituzione? E "come si fa a considerare al pari di una scuola pubblica un istituto" che si "ispira al messaggio evangelico"? Ieri (p. 10: "L'inganno della paritaria") scandalo riciclato con lettera di una professionista "storica" del problema - stessi strilli da 40 anni! - ora indignata contro la legge varata da Prodi, a firma Luigi Berlinguer, per la quale il "sistema pubblico" è composto da "scuola statale" e "scuola paritaria". E' incostituzionale? Niente affatto. E, comunque, non pare che la decisione tocchi al "Manifesto". Altro in pagina? Sì. Dopo l'assassinio di mons. Padovese su "Foglio", "Libero", "Giornale" e dintorni leggi uno strano tifo nostalgico per una Chiesa che nel ricordo aggiustato delle "Crociate", viste in blocco come puro servizio evangelico, impugni "la spada". Di qui a man salva accuse di viltà a cardinali e vescovi. Che dici? Pensi che all'uomo di Chiesa che per primo impugnò la spada Qualcuno - di fede "Maestro" e "Signore", "mite ed umile di cuore" - impose subito di deporla.
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