venerdì 27 aprile 2018
La Pulce del Barcellona è il suo idolo, per questo a Francesco Messori tutti lo chiamano "Messi". In campo però indossa la maglia numero 7, quella del rivale del Real, Cristiano Ronaldo. Ma la sua 7 è quella della Nazionale degli amputati, la squadra che con la grinta e la fantasia che lo contraddistingue ha messo su «grazie a Facebook». Aveva 14 anni quando nel dicembre del 2012 ad Assisi, la città di san Francesco, la sua Nazionale venne battezzata. Padrino di battesimo il Csi (Centro Sportivo Italiano). L'inizio di una seconda vita per il Messi della Nazionale amputati. La sua storia e quella degli altri azzurri è la dimostrazione che si può giocare a calcio anche con una gamba sola. Questo, mamma Francesca, ex ala della Correggese, l'ha compreso dal 22 novembre del 1998, giorno in cui suo figlio venne al mondo. Quando le dissero dell'arto mancante, riprese fiato e poi sospirò: «Vorrà dire che suonerà il piano, come suo padre». Papà Stefano abbracciò il piccolo e sua moglie, mentre il nonno disse nel discorso alla nuova squadra: «Anche questa volta si festeggia per essere stati scelti come famiglia campione». Una famiglia di campioni i Messori che accompagnano Francesco e la Nazionale in tutte le trasferte. Francesca dopo ogni partita del figlio, che vinca o che perda, ripete a se stessa: «Molte persone aspettano tutta la vita prima di incontrare il proprio calciatore preferito... Io l'ho cresciuto».
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