martedì 29 settembre 2015
Fischi per fiaschi su cose reali e su eventi da interpretare… Qui due da collezione. Ieri sul “Fatto” per un saggio articolo di Furio Colombo, che ragionando sul Papa a Cuba e negli Usa descrive la realtà dei due Paesi, «uno piccolo e povero, uno grande e ricco», e afferma che in ambedue il Papa ha trovato amici e nemici, arriva un titolaccio che tradisce tutto: «Il Papa cammina sul vuoto». Sarebbero doverose da parte del Desk – il “cervello” dove si pensa e fa e titola il giornale – le scuse all'autore! C'è altro. Nella lunga conferenza stampa in aereo, durante il ritorno a Roma, Papa Francesco è interrogato dai giornalisti sui grandi problemi di Chiesa e mondo attuali: la pace e la guerra, l'immigrazione e i muri, la Chiesa e le donne, la pedofilia anche tra i preti, la Cina “vicina”, ma sempre lontana, e ciò nel giorno in cui a New York si incontrano Obama e Putin. Ebbene: già provato ieri nell'etere – radio, tv e rete – con profezia sommessa e un po' triste: oggi sulle pagine dei quotidiani a far più notizia sarà la battuta del Papa sul “non” invito rivolto al sindaco di Roma. Comunque la si pensi, sia sul viaggio del Papa che sul travagliato momento amministrativo del Comune di Roma e sulle priorità del primo cittadino, dare importanza a questo ben oltre l'annotazione della smentita secca sarebbe escamotage furbetto, di chi preferisce le cantine (magari ingombre di immondizie non riciclabili) alle terrazze da cui si vede la realtà, anche fino al Cielo. Ultimo, ma dopo questo viaggio, non ultimo lo spazio per annotare che per Francesco il punto di vista sociale è “a partire dai poveri”, quello geopolitico è “a partire dal Sud del mondo” e che lo sguardo puramente teologico del successore di Pietro mette alla radice di tutto quel «lo avete fatto a me!» di Matteo 25. Molto più delle sorti del Campidoglio.
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