mercoledì 30 luglio 2014
Sorpresa e gioia: su quasi tutti i giornali ieri Francesco che a Caserta chiede perdono ai «fratelli» non cattolici, e in specie pentecostali. Sorprende il silenzio di "Fatto" e "Manifesto", che pure in tema di richieste cattoliche di perdono sono specialisti. Ampi spazi sul "Mattino" e la novità essenziale su tutti gli altri. Chi da tanti anni si sente parte nella causa ecumenica, e ricorda come essa abbia avuto vita difficile anche in Concilio, e la abbia ancora in ambienti nostalgici di una "tradizione" tutta identificata col rifiuto di ogni diversità non "certificata" da una sola "teologia" identificata come "cattolica", può anche ricordare il Salmo 126: «Ci pareva di sognare»! Penso, per esempio, all'avventura conciliare del cardinale Agostino Bea (1881-1968) e di Maria Vingiani, che su suggerimento di Papa Giovanni e Loris Capovilla inventò il "Sae", campo allora nuovo per la Parola del Signore tra molte ostilità di dentro e di fuori, tra i rimproveri di molti, anche illustri: «Ho saputo che sei andato alla Mendola!», «M'hanno detto che hai parlato ad Agàpe, persino sull'omosessualità!» Il Concilio passato da poco era "davanti" a tutti. Lo è ancora, ma davvero – Pascoli perdonerà – «c'è qualcosa di nuovo oggi nel sole».
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