giovedì 12 novembre 2015
Francesco a Firenze. Ieri salvo errore solo su tre giornali spazio al testo del suo intervento al grande Convegno della Chiesa italiana: integrale su “Osservatore” e “Avvenire”, e «ampi stralci» sul “Foglio”. Titoli: “L'Osservatore” sia in prima che alle pp. 4 e 5 «Sogno una Chiesa inquieta». “Avvenire” in prima «Chiesa umile e inquieta» e alle pp. II e III del corposo fascicolo dedicato all'evento fiorentino «La Chiesa italiana sia inquieta, lontana da potere, vetrine, denaro». “Il Foglio”, con tono molto diverso, titola due volte: «Il calcio fiorentino» e «Il Papa scuote i vescovi: “Mi piace una chiesa inquieta. Basta con l'ossessione del potere”». Diversità polemica nell'allusione al «calcio», ma si sa – ritornello di quasi tutti i giorni: non ci si fa più caso – che da quelle parti «questo Papa non piace», perché piaceva e piacerebbe qualcosa che al Papa non piace. E allora? Allora il testo di Francesco era questo: «Mi piace una Chiesa italiana inquieta». Sul “Foglio” è restato il «mi piace», ma in un quadro di distanza aspra, mentre su “Osservatore” e “Avvenire” trovi la «Chiesa inquieta», ma non il «mi piace». Dunque due variazioni diverse che interpretano l'originale. Su “Avvenire” il «mi piace» si fa esortazione, mentre su “L'Osservatore” sorprende e intriga quel «sogno». Difficile spiegarlo? Forse no. In redazione qualcuno avrà ricordato che lì, a p. 6 del 21-22 settembre, durante la permanenza di papa Francesco a Cuba, c'era il suo «discorso a braccio sull'importanza dei sogni», nel quale citando «un poeta latinoamericano» il Papa diceva che «noi uomini abbiamo due occhi, uno di carne e uno di vetro» e che «con l'occhio di vetro vediamo ciò che sogniamo». Suo commento immediato: «Nell'obiettività della vita deve entrare la capacità di sognare». Vale pure per la Chiesa italiana. E infatti il «sogno» del Papa abita entrambi gli editoriale di prima pagina di “Avvenire”.
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