domenica 8 novembre 2009
Su "Terra", «primo quotidiano ecologista d'Italia» (6/11, p. 1) piagnucola Ilaria Bonaccorsi: «È impressionante la mole di voci messa in campo dai quotidiani per difendere i crocifissi nelle aule scolastiche». Lei è «impressionata», e reagisce schiaffeggiando vivi e morti, da Cacciari alla Ginzburg, da Vito Mancuso a Berlusconi: hanno osato «difendere» i crocifissi! È solo la «pars destruens», perché la grande riformatrice, l'ilare Ilaria novella Bacona propone la sua «instauratio magna ab imis fundamentis» e giunge alla ricostruzione. Infatti a Mancuso che chiedeva «con chi sostituire il Cristo crocifisso, quali esempi concreti di umanità, quali modelli esemplari potrà proporre la scuola?». lei intrepida risponde: «Io in mente ne avrei parecchi. Intanto partirei da quei sette giudici di Strasburgo che ci hanno molto semplicemente restituito la libertà». Caspita! Fuori Uno: sulla parete appesi in sette. Pare una favola, «Neraneve "liberata" e i sette vani». Certo più a "Terra" di così pare difficile! E spiace dire che, stando a ciò che leggo sul "Foglio" (6/11, p. 1) il livello è sfiorato anche da Riccardo Chiaberge, in positivo capace di ben altro come responsabile del "Domenicale" del "Sole 24Ore", e che inizia così il suo «Lo scisma. Cattolici senza Papa»: «Scusate se sono laico». E poi dipana per tutto il libro la solita tela di Penelope per cui «prima con Karol Wojtyla, poi con Joseph Ratzinger la Chiesa ha imboccato una strada» sola, che porta alla spaccatura insanabile: da una parte il Papa, dall'altra tutti i veri cattolici, ma anche i laici, intelligenti e" aperti. Meglio chiudere!
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