domenica 11 ottobre 2009
Aciascuno il suo: vale anche per i clown e per i Nobel? Certamente. La buffonata di un Nobel clown resta tale. Su giornali predisposti a tappetino (p. es. 9/10, "Corsera", p. 60 e "Unità", pp. 40/41) ha successo l'ultima buffonata di Dario Fo, che ora ha scoperto che sant'Ambrogio di Milano nacque a Treviri, futura patria di Marx, e si è sentito autorizzato " con suo gran lavoro di ricerche " a presentarlo non solo come «comunista», che è già molto, ma anche come un «agnostico» eletto vescovo e persino organizzatore di «orge» sessuali a Milano" Tre ore di spettacolo, di cui è orgoglioso: «Farina del mio sacco»! Solo che il sacco è bucato, e le falsità scappano sotto gli occhi di tutti. Ambrogio «agnostico»? Non era battezzato, quando fu eletto vescovo, ma catecumeno, come era costume per molti allora, prepararsi per anni al Battesimo, e la sua famiglia non era solo cristiana, ma aveva tra i suoi membri " lo racconta lui nella "Esortazione delle vergini" " anche Sotere, «figlia di magistrati e consoli», vergine e martire sotto Diocleziano. «Comunista» Ambrogio? A quei tempi, come lui lo sarebbero stati tutti i cosiddetti padri" Quanto alla organizzazione delle «orge», Fo ignora che proprio Ambrogio è tra i massimi cantori della castità verginale, ideale che ai suoi tempi, finite le persecuzioni, iniziava a sostituire il martirio. Buffone? Sì, per lo stile, per la costruzione delle trame, per il modo in cui le offre presentandole come storia. I giornaloni bevono, e applaudono? Purtroppo anche il Nobel, talora, può dare alla testa, con evidenti squilibri. Non da prima pagina, ma da ricovero.
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