mercoledì 3 giugno 2009
«L'allora e l'adesso di Gobetti» ("Unità", ieri, p. 14). Confronti tra tempi diversi. Ci penso, sempre ieri, leggendo qui su "Avvenire" il fondo sul rapporto tra religione e società moderna firmato da Carlo Cardia, docente di diritto, intellettuale autorevole da decenni, che negli anni '70 e '80 fu consigliere vicinissimo a Enrico Berlinguer per i rapporti Stato-Chiesa e che scriveva su "L'Unità". Quel Pci superò l'ostilità ideologica a religione e Chiesa dichiarandosi «non teista, non ateista, non antiteista» con la formula della celebre Lettera a mons. Bettazzi (1977), e crebbe in credibilità e consensi. Ebbene: oggi Carlo Cardia scrive su "Avvenire", non su "L'Unità". Domanda: Enrico Berlinguer si riconoscerebbe nel pensiero de "L'Unità" di oggi, in particolare su religione e Chiesa? Coincidenza: sempre ieri "L'Unità" annunciava che «da oggi» offrirà ogni giorno un corsivo del mitico Fortebraccio, Mario Melloni, deceduto 20 anni orsono. L'ho conosciuto bene, frequentandolo spesso sia a Messa, sia in casa di amici comuni: egli, cattolico convinto, si schierò con la classe operaia di allora, ma mai mise tra parentesi la sua fede, integrale e fiera. Domanda: il mitico Fortebraccio scriverebbe oggi su questa "Unità", che pare spinga sempre allo scontro con la Chiesa cattolica, salvo su taluni temi sociali, quando fa strumentalmente comodo? Credo proprio di no. La formula, «non teista, non ateista, non antiteista» piaceva a Fortebraccio perché esprimeva un'idea di laicità del tutto diversa. Questa "Unità", che oggi pubblica quel Fortebraccio, lo mutila: millantato credito!
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