Fornero in bilico tra Stabilità e Costituzione
martedì 18 novembre 2014
È quasi certo che la prossima legge di Stabilità modificherà alcuni aspetti della riforma Fornero. Sono già in corso, inoltre, procedure per un referendum popolare per cancellare l'intera riforma. Tuttavia già da alcuni mesi le disposizioni Fornero sono sotto il giudizio della magistratura. E non di un giudice qualsiasi, ma della stessa Corte dei Conti che, dall'alto della sua autorità, si è espressa contro la legge di riforma. I giudici della Corte di Genova (ord. 57/2014) hanno infatti sollevato, davanti alla Corte costituzionale, la questione di legittimità sulle disposizioni che hanno bloccato per gli anni 2012-2013 l'adeguamento al costo della vita sulle pensioni d'importo superiore a tre volte il trattamento minimo (all'epoca 481 euro).Per due anni – hanno argomentato i giudici genovesi – la riforma ha provocato una sensibile perdita del potere d'acquisto del reddito dei pensionati (con effetti irreversibili perché le mancate rivalutazioni non sono più recuperabili), mentre il costo della vita proseguiva in salita. I pensionati coinvolti, e diversamente da altri cittadini, sono stati così colpiti in via surrettizia da una vera imposta patrimoniale, d'importo pari al mancato aumento sull'assegno. In pratica un prelievo di natura fiscale, catturato fa-cilmente alla fonte. Prima della Corte di Conti, anche il Tribunale di Palermo si è rivolto alla Consulta per un palese contrasto con i principi costitu-zionali.In passato. Nel corso degli ultimi anni, altri provvedimenti di riduzione sulle pensioni sono stati esaminati dalla Consulta che li ha ritenuti ammissibili, ma solo in via eccezionale. Ha infatti "avvertito" il Parlamento di non adottare in futuro altro analoghe misure, pena un inevitabile giudizio di censura. La riforma Fornero rappresenta quindi un intervento reiterato e che ha colpito per la prima volta pensioni di modesto importo.Il prossimo giudizio della Consulta sul blocco della rivalutazione, tenuto conto dei precedenti, potrebbe incidere sui fondamenti del-la legge, che è stata confezionata con l'obiettivo di ridurre la spesa pensionistica non per soli due anni ma per un lungo periodo. In al-tre occasioni, la Consulta ha dato ragione ai ricorrenti, ma ha anche opposto la necessità di contemperare i diritti individuali con le esigenze del bilancio pubblico. È ancora vivo però il ricordo della sentenza (n. 240/94) sulle pensioni cosiddette "cristallizzate", un giudizio costato all'Inps, nonostante i deficit dell'ente, 7 mila miliardi delle vecchie lire, corrisposti ai pensionati a rate e con gli interessi. In diversi casi, ne hanno poi beneficiato gli eredi e perfino gli eredi degli eredi.
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