Fondo clero, i nuovi importi dei contributi per il 2015
giovedì 18 dicembre 2014
Dal nuovo anno saranno in vigore nuovi importi dei contributi dovuti al Fondo di previdenza per il clero. Il consueto adeguamento annuale è stato stabilito da un decreto emesso, con notevole anticipo, il 28 luglio scorso. L'Inps ha rinviato ai primi giorni del 2015 la pubblicazione ufficiale della nuova contribuzione allo scopo di non creare disguidi e sovrapposizioni con le tariffe correnti del 2014. Il nuovo contributo annuale individuale sale da 1.650,43 a 1.699,92 euro, con una differenza di 49,49 euro. Il pagamento corrente riferito ad ogni bimestre sale a 283,32 euro.In realtà la rivalutazione ha effetti retroattivi dall'anno 2013 a causa dei tempi tecnici necessari all'istituto per determinare la percentuale di aumento, questa volta il 3%, osservando una procedura che ogni volta scorre sull'arco di un triennio. La nuova contribuzione è quindi valida in via definitiva per l'anno 2013 ed è adottata in via provvisoria per l'anno 2014 e per tutto il 2015 fino alla pubblicazione del successivo decreto.Il sistema di rivalutazione costringe l'Inps a recuperare una differenza contributiva sugli importi già pagati gli scorsi anni dai sacerdoti iscritti. La differenza complessiva per i due anni interi (2013 e 2014) è di 98,98 euro, frazionati in 4,12 euro per ogni mese di iscrizione al Fondo.I versamenti ordinari e a conguaglio dovuti all'Inps saranno effettuati a cura dell'Istituto centrale per il sostentamento del clero (facendo riferimento ai soli periodi tutelati dal sistema) per conto dei seguenti iscritti al Fondo, italiani oppure stranieri a servizio nelle diocesi italiane: a) sacerdoti che non sono ancora titolari di pensione di vecchiaia o d'invalidità del Fondo; b) sacerdoti che hanno presentato domanda di pensione nel corso del 2013 o del 2014, ma che non hanno ancora ricevuto l'assegno mensile; c) sacerdoti che diventeranno pensionati del Fondo Clero con decorrenza da gennaio 2015 oppure con decorrenza successiva indicata dall'Inps. Si tratta, in questi casi, dei sacerdoti aventi diritto, anche solo per un periodo limitato, alla remunerazione o all'assegno di previdenza della Cei. Il recupero a carico dei singoli sacerdoti potrà variare in relazione alla rispettiva condizione canonica; in particolare per la recente ordinazione oppure per la cessazione dal ministero o per il pensionamento Inps di vecchiaia o per invalidità.Un ristretto numero di ministri di culto, che percepiscono redditi superiori alla remunerazione del sistema di sostentamento, versa direttamente all'Inps i nuovi contributi sacerdotali e relativi conguagli, senza transitare dall'Istituto centrale per il sostentamento del clero.
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