mercoledì 29 dicembre 2010
«Il Pontefice attacca Pechino». Grosso titolo ("La Stampa", 27/12, p. 10) per un buon articolo sull'Angelus domenicale del Papa. Ecco: se dopo 60 anni di comunismo ateo che ha fatto carne da macello dei diritti di libertà di centinaia di milioni di cittadini, e anche delle vite di milioni di cattolici, il Papa lamenta la palese ingiustizia e chiede libertà religiosa per tutti, allora è lui che «attacca Pechino», come un bombardiere sulla città. Titolo da inerzia cerebrale, da pregiudizio antireligioso, o da incuria totale della professionalità e del rispetto non solo dei fatti che offendono direttamente circa 20 milioni di cittadini cinesi, ma anche dei lettori! Per "mestiere" scrivere di queste cose " anche solo per un titolo " implicherebbe conoscere la storia, e almeno per la cronaca ricordare che solo pochi mesi fa lo stesso Papa ha inviato una lettera ai cattolici cinesi, anche a quelli della "Chiesa patriottica" controllata dal regime, tutti abbracciati come fratelli da parte di un "padre" servitore di tutti. Dunque follie in pagina, comunque inspiegabili! Ce ne sono peggiori? Certo, e non solo in pagina quotidiana. Vedi p. es. ("Il Giornale", 27/12, pp. 1 e 14) che viene ripresa la notizia già data su questo giornale che l'Unione Europea diffonde nei suoi confini, e anche oltre, milioni di copie di un "Diario", in ogni lingua dei Paesi membri, che segnala le feste religiose del mondo intero, salvo le cristiane e cattoliche. Tutte le feste "islamiche, ebraiche, buddiste, sikh, hindu", ma niente Natale, niente Epifania, niente Pasqua, niente Assunta! È la Comunità europea o una banda di folli burocrati strapagati in azione? Ambedue! E qui è il guaio.
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