Finanze fragili e clienti risparmiosi, due sfide per i campi
domenica 28 dicembre 2014
Anche le aziende agricole sono in difficoltà finanziaria. Certo, non tutte. Anzi, tutto sommato in una percentuale minima rispetto agli altri comparti. Ma il dato, in aumento, deve far pensare. Così come un'altra indicazione che arriva dalle solite statistiche di fine anno: a crescere, nel 2014, è stato solo il commercio alimentare a basso costo. È da queste due indicazioni statistiche che emerge un tratto nuovo dell'agricoltura nazionale.Per quanto riguarda l'indebitamento agricolo, stando ai diffusi da Coldiretti e ricavati da una analisi del terzo bollettino statistico di Banca d'Italia, le imprese agricole in difficoltà finanziaria salgono ad oltre 18mila con un aumento del 6% rispetto allo scorso anno. Detto in termini assoluti, significa sofferenze per circa 4,9 miliardi di euro, circa 600 milioni in più rispetto al 2013. Anche con questo, occorre dirlo, i tecnici del comparto giudicano stabile la "dinamica" dei finanziamenti all'agricoltura, con fidi bancari che sfiorano i 44 miliardi di euro. Ma il segno della sofferenza è evidente. Colpa, pare, del mercato avverso oltre che del maltempo. Proprio l'incidenza del mercato, tuttavia, dà il segno del cambiamento di assetto verso il quale l'agricoltura potrebbe dirigersi. Nel 2014, sempre stando a numeri diffusi dai coltivatori diretti, è cresciuta solamente la cosiddetta spesa low cost cioè quella a basso costo, che ha fatto segnare un aumento del 2,4% rispetto al resto delle forme di mercato che hanno volto tutte in negativo. A far scendere ulteriormente il valore degli acquisti, sono state le strategie di risparmio degli italiani. Guardando poi alle varie forme di distribuzione, se quella grande e organizzata ha perso quasi nulla della propria quota di mercato, i negozi tradizionali hanno continuato la loro inesorabile discesa. C'è chi, con buona ragione, indica un mutamento di fondo: cambia la modalità di alimentazione di buona parte degli italiani. È sempre più evidente, cioè, la tendenza da parte di un crescente segmento della popolazione ad acquistare prodotti alimentari a basso prezzo nei discount, a cui però può corrispondere anche una bassa qualità alimentare.Da una parte, quindi, imprese agricole in difficoltà di bilancio e patrimoniale (proprio quelle aziende una volta considerate uno degli elementi di maggiore solidità dell'economia familiare e nazionale, fondate sulla terra vista come investimento incorruttibile e a lunga durata), dall'altra un mercato alimentare che muta rapidamente, si fa più parsimonioso ma distaccato dalle tradizioni nazionali in fatto di qualità e salubrità. È anche con queste realtà che l'agricoltura del 2015 dovrà confrontarsi.
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