martedì 22 ottobre 2013
Nessuno di noi pensa che le gesta degli eroi e degli dèi inventate nei tempi antichissimi vadano respinte o narrate solo per divertire i bambini: le vicende che si pensa siano accadute nei primi tempi dell'umanità hanno una forza esemplareper capire i sentimenti che sono nel nostro animo e sembrano rinnovarsi spesso e in molti. Ci furono esperti di psichiatria che pensarono che i miti potessero spiegare le segrete vicende che accadono negli animi dei bambini e talvolta possono causare disagi psichici. Poiché è anche troppo divulgata la teoria che sul mito di Edipo escogitò un tempo quel medico viennese, mi si conceda di dir qualcosa del mito meno noto di Filottete. Questo infelice eroe è esempio di tutti coloro che sono abbandonati in solitudine per una sola causa, ingiusta e disonorevole: perché sono malati e molesti. Sulla vita di Filottete seguirò la narrazione di Ovidio nelle Metamorfosi. Filottete era amico di Ercole e dopo la sua morte ne ottenne le frecce. Quando i Greci stavano per partire per distruggere Troia vollero portare con sé anche lui. Ma poiché nei campi di Troia un serpente lo aveva morso ad un piede e si era prodotta una ferita immedicabile e purulenta, donde emanava un perfido odore. Perciò nel momento della sua vita in cui più aveva bisogno di aiuto, di cure e d'amore il misero eroe fu abbandonato dai Greci disumani in un'isola deserta e solitaria. Ma i Greci, informati da un oracolo che Troia non poteva esser presa se non fosse venuto in aiuto Filottete lo persuasero a tornare a Troia. Filottete tornò e dopo che Machaone gli guarì la ferita, con una freccia di Ercole trafisse Paride e dopo 10 anni dall'inizio della guerra l'antico regno di Troia crollò. Possiamo far uso dell'esempio di Filottete quando riflettiamo su coloro che sono abbandonati perché malati o anche perché vecchi e si pensa che non possano più essere di alcuna utilità agli altri. Ci venga in mente Filottete quando esitiamo ad aiutare un amico malato o almeno a visitarlo.
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