mercoledì 22 aprile 2020
«Cara mamma, sono fiera di te. Non mollare. Sei andata in trincea senza armi e sei uscita ferita, ma ora hai quasi vinto questa battaglia e sei pronta a tornare sul campo». È la conclusione di una lettera pubblica inviata dalla figlia di Rosanna, un'operatrice socio sanitaria (Oss), che lavora nella casa di riposo Zangheri di Forlì, la più grande struttura del genere in Romagna, con 300 ospiti e circa 200 dipendenti, colpita dalla pandemia, con 6 decessi e 115 contagiati, tra cui 25 operatori. Rosanna è una di queste. «La Oss – osserva la figlia – è una figura tanto importante quanto purtroppo dimenticata dai media, perché è una persona che si prende cura degli anziani, li lava, li veste, fa loro compagnia». Dopo aver riconosciuto che la mamma fa un lavoro di cui è innamorata, «sorridendo e cantando sempre per tenere allegri i nonni della casa di riposo» ora la figlia deve ammettere: «Sento la tua mancanza, perché da 20 giorni sei in quarantena forzata causa il contagio». Poi la mamma comunica la notizia tanto attesa: «Il primo tampone è negativo, aspetto il secondo». Fioccano i messaggi fra mamma e figlia. E che cosa dice la mamma in vista della guarigione? «Voglio entrare nella task force del Covid, per aiutare chi sta passando quello che ho passato io». E la figlia: «Cara mamma, forse non te lo senti dire abbastanza, ti voglio bene».
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