sabato 30 giugno 2012
Mandate un sms anche di solo un euro, ci trasmette quasi ogni giorno la tv per ricordarci che da ogni parte c'è richiesta di aiuto. Davanti a questo continuo richiamo a volte ci sentiamo incerti sia per aver perduto fiducia in chi raccoglierà le offerte, sia perché è necessaria una scelta e non sappiamo quale sarà la più giusta. La situazione economica negativa non solo del nostro paese ha, per contrasto, restituito valore alla piccola moneta dell'euro! Oggi stiamo più attenti a non perderla, a non dimenticarla e ci accorgiamo che anche con 0,99 centesimi si può acquistare qualche cosa. Il risparmio, grande mercante della storia italiana, ritorna ad essere l'educatore dei momenti difficili. Si incomincia col mantenere gli abiti degli anni passati, col dimenticare di acquistare le primizie alimentari ed accontentarci della frutta e della verdura di stagione. Si riprende a scegliere il necessario e lasciare l'oggetto futile, dal premiare il regalo utile piuttosto di un oggetto piacevole, ma che appena acquistato ha già perduto il suo valore. Forse questa non è una regola economica di impresa, né il modo migliore per costruire un futuro per la nuova generazione, ma il giusto rischio può essere positivo ed ha valore per chi sa essere elemento trainante, mettendo in campo la propria capacità e sacrificio personale. La fiducia nel futuro ed il coraggio sono anch'esse moneta da usare nei momenti difficili. Ma l'aiuto di cui abbiamo bisogno per mantenere la serenità all'inizio di questo nuovo cammino non si riduce solo alla piccola moneta che ci manca, ma anche all'attenzione e alla cura di chi ci ascolta da vicino o da lontano. Tanti chiedono una parola di conforto e non sanno dove trovarla se non attraverso la linea telefonica quando trovano un numero che li ascolti. Negli anni ho sperimentato quanto sia faticoso, a volte coinvolgente, ma certo positivo per chi chiede, la capacità di ascolto che insegna la pazienza e il senso della fraternità. C'è la ragazza di Modena che si sente sola, la giovane nonna che non vede i suoi nipoti perché il figlio non glieli porta, c'è Gian Pietro che mi chiama da anni quando la mente confusa lo riporta indietro in una giovinezza mai goduta che ora gli appare presente e non trova nessuno che lo voglia capire. C'è chi vuole solamente sentire la mia voce che sembra dia tranquillità e forza per il domani, mentre invece è già tarda sera ed io sono stanca e vorrei dormire. Anche questi sono tanti piccoli euro che tutti possiamo offrire, basta aprire le mani. È meno facile mettere in pratica questo tipo di ascolto con i propri familiari, con i figli che ci sono materialmente vicini, ma con l'animo e i sogni estremamente lontani. Nostro padre cantava con noi e questa era la via di trasmissione del suo pensiero e della sua presenza e attenzione alla nostra vita. Oggi fare i genitori richiede una grande umiltà, non sappiamo cantare le loro canzoni e facciamo fatica a trovare i concetti e le parole giuste. Quando li abbiamo vicini cerchiamo di ricordare le difficoltà della nostra giovinezza e forse troveremo le parole giuste.
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