giovedì 20 ottobre 2005
Repubblica di ieri, rubrica Lettere: Corrado Augias e tromba d'allarme. Un lettore annota che "il 26 agosto del 1789 l'Assemblea nazionale di Francia riconosce al cospetto e sotto gli auspici dell'Ente Supremo i diritti dell'uomo", e un altro, riciclando storie e leggende anticlericali, scrive che "la Chiesa cattolica ha discusso per secoli se le donne avessero o no l'anima". Una buffonata che Augias beve, e senza capire quel "riconosce" della prima lettera ed il suo richiamo all'"Ente Supremo", risponde strillando per le "parole gravissime" inviate dal Papa al presidente Pera: "i diritti fondamentali non vengono creati dal legislatore, ma sono iscritti nella natura stessa della persona umana". "Gravissime", e per un Papa "azzardate": infatti - spiega Augias - come tutti "i poteri", anche la Chiesa nei secoli ha negato i diritti umani. Non ricorda che l'8 marzo del 2000 Giovanni Paolo II chiese perdono proprio di questo, perché come lo Stato anche la Chiesa non può negare quei diritti, naturali e quindi precedenti ogni legge umana. No. Peggio ancora! Perché il Papa ha detto che lo Stato "deve riconoscere nella sua legislazione" la libertà religiosa. "Deve"? Sos di Augias: questo Papa minaccia lo Stato! La libertà religiosa non è un diritto umano? Per lui no: lo Stato è fonte unica ed ultima di tutti i diritti. Roba già sentita: da Lenin, Stalin, Mao e Pol Pot o da Hitler e Mussolini. Augias in bella compagnia. Un fiasco gigantesco. E sempre ieri, stessa rubrica, si chiedeva scusa "per un'imperdonabile distrazione" del giorno prima: "la Finlandia diventata Svezia"! Il fiaschetto con scuse, ma niente scuse per il "fiascone" suddetto.
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