domenica 22 febbraio 2009
Marcello Filotei, critico musicale dell'"Osservatore", scrive che testi e musiche di Sanremo non gli sono piaciuti, ed è finimondo. Il direttore di Raiuno replica, «confessando che dal Vaticano si aspettava un giudizio morale e non estetico» ("Secolo XIX", pp. 1 e 16). E i giornali si fanno megafono. Ecco "Repubblica" (p. 56): "Bonolis contro il Vaticano: 'ci lasci liberi di scegliere'"! Sul "Mattino" (p. 18: "Scontro tra Bonolis e i vescovi") la lite si allarga, perché per l'Agenzia dei settimanali cattolici ("Sir") don Paolo Pedrini ha scritto di «mediocre qualità delle canzoni» e distanza dell'atmosfera del Festival dai drammi della società. Si intruppa anche "La Stampa" (p. 35): "Sorpresa, la Chiesa (sic!) attacca lo Show".
Ed ecco sul "Corsera" (p. 50) il solito refrain: "Altro 'anatema', è lite continua col Vaticano (sic!)". "Anatema"? Viene da ridere. Filotei è un giornalista, compositore e critico musicale dell'"Osservatore", non ancora Papa o segretario di Stato, e don Pedrini è direttore di una radio cattolica, non ancora cardinale e presidente della Cei. Il problema sono tanti colleghi" maniaci clericali: passa un cattolico e vedono il Cupolone, se poi quello parla e scrive pensano a un'enciclica! Per fortuna c'è "Il Riformista": niente strilli per una semplice critica musicale, intervista di Paolo Rodari al direttore dell'"Osservatore", Gian Maria Vian " "Nessuna morale, siamo melomani" " e Luca Mastrantonio con un ritratto puntuto del Bonolis «terzista, trans generazionale». In ballo né fede, né leggi civili. «A ciascuno il suo»" gusto musicale.
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