sabato 19 settembre 2020
«Il Capodanno ebraico e la speranza di serenità». Così ieri ("Corsera Roma" p. 1) Ruth Dureghello, presidente della Comunità per l'inizio d'anno (5781). Per parecchi anni per Radio1 Rai ho guidato la radiocronaca della celebrazione nel Tempio Maggiore dei nostri fratelli, "maggiori" anch'essi, e mi commuovevo quando i padri distendevano il mantello sui figli come a coprirli e proteggerli. In una società via via "senza padri", come preconizzava Alexander Mitscherlich nel 1969 – e parlava di noi – quel gesto era ed è sempre un bel richiamo alla cura e all'autorevolezza reale verso i figli… La storia parla e dice tante cose, ma capitano anche pagine che perdono la bussola. Ecco su "Italia Oggi" (17/9, p.3) un titolo che si abbatte da solo: «Abbiamo una Capitale senza storia»! Ricorda il 1870: «Ci furono 49 morti tra gli italiani e 19 tra i pontifici… La monarchia fece festa il 20 settembre, Mussolini la cancellò, noi l'abbiamo dimenticata»! Roma davvero «senza storia»? Dopo quasi 8 secoli di vita i primi cristiani già vi trovarono una comunità ebraica! Più di 2.800 anni buttati via in una pagina un po' ridanciana e con la firma illustre del professor Gianfranco Morra che ironizza anche sull'attuale coincidenza del 150º anniversario della scelta di Roma capitale con il referendum sul numero dei parlamentari, in ballo ben altri problemi, tra difficoltà finanziarie e dramma del Covid-19. Altro in pagina? Arriva la grossolanità scorretta. "Libero" (10/9 p. 1) titolo: «La gente non va a messa. Amen». Con riassunto: «Ira dei preti: non basta pregare a casa»! E ricetta finale esemplare: «La Chiesa ha contratto un bel virus e fatica a riprendersi sentendosi mancare l'aria dell'anima. Fedeli la messa è finita. Andate al diavolo». Sic! Senza parole... Da parte nostra, invece, nella festa di ogni inizio ai "fratelli maggiori": mille auguri!
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