Fedeltà al matrimonio malgrado l'abbandono
mercoledì 5 febbraio 2014
In quei silenzi e in quelle ferite che troppe volte segnano la vita familiare di mogli, mariti e figli, la beata Elisabetta Canori Mora offre una piccola ma tenace luce di speranza. Era nata a Roma nel 1774 e a 22 anni aveva sposato un avvocato, Tommaso Mora. Ma quest'ultimo non aveva in alcun conto la fedeltà matrimoniale e sperperò per un'altra donna i beni della famiglia. Elisabetta, allora, si fece carico del mantenimento del nucleo familiare e visse una fedeltà convinta, radicata nel rispetto profondo per il sacramento del matrimonio. Non solo: si dedicò alle figlie, fece di tutto per aiutare le famiglie in difficoltà, visse nella preghiera. Il suo esempio "convertì" il marito, che dopo la morte di Elisabetta nel 1825, diventò prete.Altri santi. Sant'Agata, vergine e martire (III sec.); san Gesù Mendez Montoya, sacerdote e martire (1880-1928). Letture. 2 Sam 24,2.9-17; Sal 31; Mc 6,1-6. Ambrosiano. Sir 40,1-8a; Sal 8; Mc 6,30-34.
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