martedì 14 febbraio 2012
«Una fede indebolita nei Palazzi degli intrighi»: titolo ieri sul "Corsera" (pp. 1 e 27). Per Vittorio Messori «seguire certe non edificanti cronache vaticane può essere gustoso o rattristante», ma «in realtà non dovrebbe scomporsi più di tanto il cattolico che non solo conosce la storia della sua Chiesa, ma che non sia dimentico degli avvertimenti del Vangelo». Ovvio: se la fede dipendesse dai «Palazzi» saremmo messi male. Leggo in questi giorni la vicenda di Pio III, successore di Alessandro VI Borgia, e Papa per soli 26 giorni… Dopo 509 anni la Chiesa è ancora viva. Dunque, la fede non è «indebolita» da «certe cronache». Sempre "Corsera" (pp. 26-27) un cardinale dice che «C'è uno stile cattivo nella Curia» e si dispiace «per il Santo Padre». Condivido, ma in ogni «curia», anche in quelle laiche e laiciste, un certo stile non cambia da millenni. E i cattolici sono un po' più esigenti della media... Piuttosto Malpelo è stupito del fatto che quelli – in pagina quasi una legione – che di solito sostengono che la Chiesa è solo «affari», «potere» e «roba da arraffare» si meraviglino quando, tra tanti e giganteschi esempi di carità che mostrano il contrario, trovano tracce di qualche miseria. Pietà invece, e tanto buonumore, a vedere che illustri direttori di tg, se la Santa Sede dice che un foglio volante e anonimo «esiste», strillano e fanno strillare tre volte in soccorso a un giornale amico che «Il Vaticano riconosce che il documento è vero!» Una calunnia scritta «esiste», ma come calunnia non è vera, e resta falsa. Ultima risata pietosa: al centro dello "scoop" ("Il Fatto", 10/2, pp. 1-5) leggo Marco Lillo: quel foglio è «in tedesco perché sia compreso appieno solo dal Papa e dai suoi stretti collaboratori e connazionali». Sarà anche che solo i tedeschi comprendono «appieno» il tedesco, e che tutti i non-tedeschi non comprendono «appieno» il tedesco, ma forse qualcuno non comprende neppure l'italiano.
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