mercoledì 13 novembre 2013
Felice eccezione! Su "Repubblica" (p. 29) prezioso ieri Agostino Giovagnoli sulle "Omelie del mattino", libro della Libreria Editrice Vaticana con le parole delle Messe mattutine a Santa Marta, e con questo titolo azzeccatissimo: «Francesco, la fede senza ideologia». Leggi e ti trovi – sostiene Malpelo – perfettamente d'accordo con la definizione che Giovagnoli presenta: è ideologia ogni affermazione di teoria, vera o falsa che sia, se vuole trasformarsi e si trasforma in strumento di potere violento sull'uomo e sulla sua coscienza. Ogni verità, anche quella suprema di Dio, se diventa bastone, spada e minaccia terrena è «espressione di corruzione», piatta mondanizzazione e mutilazione di un annuncio che, se si tratta di cristianesimo, è anche di Cielo. Una falange di dottori infallibili e onnipotenti che si muovono alla conquista mondana del mondo non è l'annuncio evangelico. Il senso del libro, magistero papale anche con «gli errori di sintassi» dovuti all'improvvisazione – scrive giustamente Giovagnoli – manifesta «l'urgenza di trasmettere il vissuto» la cui fonte è Cristo. La dottrina così esposta propone, sì, l'«adesione del cuore», non tradisce «la testa», la ragione e la verità della Rivelazione, ma rifiuta soltanto di usarla con strumenti mondani per imporsi e abbattere le resistenze della libertà altrui. Si propone come mano amica e fraterna che chiede risposta, ma rispetta i tempi di Dio e della libertà dei fratelli… Ecco perché sbaglia chi sempre ieri – nostalgico di tempi passati e forse di eventi dei quali Giovanni Paolo II e Benedetto XVI hanno chiesto perdono – denuncia con sussiego la «Liquefazione della Chiesa» ove «la fede si svincola dalla verità trascendente» e annuncia persino che «Ratzinger ha perso la sua battaglia». Allegrie e allergie nostalgiche: ideologie superbe…
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI