martedì 4 agosto 2015
«Strillo» in prima sul "Fatto"(2/8): «Moro e la grazia ai Br. Zaccagnini e Berlinguer fermarono Leone»! In una "pittoresca" intervista il regista Pasquale Squitieri lamenta che – «cosa di una gravità insopportabile»! – nessuno vuole «distribuire» l'ultimo suo film e racconta che «un giorno» il presidente Giovanni Leone lo «convocò al Quirinale» per dirgli che lui voleva salvare Aldo Moro firmando «la grazia per alcuni brigatisti», ma «due persone me l'hanno strappata di mano», e che «poi» gli disse i nomi: «Zaccagnini e Berlinguer». Sicuro, lui: «Attendo smentite. Non arriveranno!». No! Una smentita arriva subito qui: personalmente ho seguito la vicenda passo per passo, giorno per giorno – Zaccagnini direttamente anche notte per notte – mediante Tonino Tatò, Enrico Berlinguer, monsignor Cesare Curioni, cappellano a San Vittore, e monsignor Pasquale Macchi con Paolo VI, e trovo indegna la sparata. Nonostante tutti i tentativi mai si aprì un vero spiraglio, e quando parve aprirsi – la mattina del 9 maggio – arrivò immediata l'uccisione della vittima. Quindi è una calunnia offensiva e senza misura! Ci si deve meravigliare? No! O almeno non tanto: basterà ricordare – pur con dispiacere – che il 9 luglio 2003 lo stesso Squitieri dichiarò al "Manifesto" (p.4) che «in Italia, anche al tempo delle leggi razziali... nessuno perseguitò gli ebrei... Se un ebreo era di nazionalità italiana non poteva essere perseguitato». Pare una follia, e lo è. Serve a capire che tipo di credibilità possono avere certe interviste, magari lanciate in prima pagina dal "Fatto", che automaticamente diventa "misfatto" anche in tante altre faccende. Per caso, stesso "mis/Fatto", stessa prima pagina e all'interno il dramma di un imprenditore in Africa serve a dare la colpa al Governo, e anche... al «Vaticano». Saliva! Da riflessi pavloviani.
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