giovedì 24 maggio 2018
Cattolicesimo in pagina... Ieri il cardinale Bassetti ricorda ai cattolici che l'impegno in politica è uno dei doveri più nobili: servire il bene comune senza servirsene. Pare ovvio, ma spesso non lo è. Ancora: “Fatto” (p. 10) e “Manifesto” (p. 1): Loris Mazzetti e Moni Ovadia ricordano che da 5 anni don Andrea Gallo, prete cattolico in anticipo su molte cose, «fuori dal tempio per stare insieme a chi soffre» è tornato alla Casa del Padre, suo e di tutti, anche di quelli che non ne conoscono la paternità, ma senza saperlo la riconoscono nel prossimo. Bel mestiere: da ministerium! È un fatto. E allora sorprende che questo fatto sia visto come con sospetto se si tratta di un incarico attuale per un professionista stimato e apprezzato, e addirittura con allarme: «Cattolico, 54 anni... ha studiato nel Collegio Vaticano animato dal cardinale Silvestrini» (“Repubblica”, p. 1 e 2) e «formatosi nel tempio del cattolicesimo democratico», «devoto di Padre Pio, secchione e di sinistra» (“Giornale”, p. 2). Fascino e riserve, dunque, per l'aggettivo “cattolico”, che resiste e anche inquieta ancor prima di essere visto nel concreto. Siamo ancora ad un giornalismo di reazioni superficiali, talora incoerenti e incoscienti della propria realtà. E su che base? Duemila anni di storia del cattolicesimo in concreto hanno detto tante cose, ma se si tratta – in qualunque modo e in qualunque scenario – di scrivere di “cattolici in politica”, apriti cielo! È piuttosto una opportunità per tutti e forse anche per questo, il cardinale Bassetti lo ha ricordato ai vescovi riuniti e a tutta la comunità cristiana. Anche questo è un anticipo...
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