sabato 9 luglio 2016
Ricordate la “rana”? A gonfiarsi troppo di fronte al bue finisce in una bolla. Penso allo “scandalo” diffuso sulla stampa nostrana per il processo “Vatileaks”. Fantasie sul Medioevo che impera ancora nella Chiesa: la libertà negata. Nientemeno! Giornali pieni di deplorazioni sui diritti dell'uomo violati, sulla “malagiustizia” in un Vaticano che ancora oggi ignora il diritto alla libertà di opinione e – “Ma se mi toccano...!” – soprattutto di stampa. È arrivata la sentenza e la dichiarazione del “portavoce vaticano” ha messo le cose a posto: pare abbia soddisfatto tanti, quasi tutti, o proprio tutti, almeno a ciò che ieri si legge in pagina: unanime. Pagine di lezione alla Santa Sede sui difetti della giustizia di Oltretevere? Correzione fraterna! Va bene, però c'è un aspetto che a chi scrive pare non sia stato sufficientemente avvertito. Lo stesso giorno delle tirate scandalizzate sulle prime pagine, su quella di “Repubblica” leggevi: «Prosciolta dopo 12 anni», «Io scienziata e il mio Calvario»! E sul “Corsera” (pp. 1 e 21): «Finisce il Calvario di Ilaria... Prosciolta dopo “anni di Inferno”, ma la ferita non se ne andrà». La prof. Ilaria Capua. Questa è Giustizia italiana! Ancora stesso giorno, e dopo 38 anni, sul “Fatto” (p. 19): «Ritorno sul sequestro Moro. Un covo di Stato per le Br»! E sul “Tempo” (p. 1 e amplissimo seguito interno): «Strage di Bologna: un cadavere è scomparso»! Dopo 36 anni! Ancora: “Messaggero”, p. 1, 2 e 3): «La Cricca spiava le indagini... Ipotesi di pressioni sul Ministero della Giustizia... » E il tutto senza pensare al tema “carceri”. Risulta chiaro, anche e non solo per Vatileaks, lo sforzo di Papa Francesco per un'autentica riforma. E senza la spinta dell'art. 21 della Costituzione italiana, che di suo in questi giorni è al centro di trattamenti (e maltrattamenti) molteplici.
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