martedì 24 novembre 2015
Come vedere uno che in costume da bagno scala un ghiacciaio perenne: libertà incredibile! Ieri in pagina con bis. Masolino D'Amico (“Stampa”, p. 28: «“Maria”: monologo diligente e chiaro avvolto da castità») e Maria Grazia Gregori (“L'Unità”, p. 15: «Maria che non rinuncia a battersi per la verità») impegnati nell'impresa ridicola e persino umiliante di “lanciare” un'opera – già troppo chiamarla così date le cose che leggi – in cui questa «Maria» (sì, proprio la Maria di Nazareth) è «ostaggio» della banda di «seguaci» di suo figlio, un certo Gesù, che le impediscono di dire la sua verità su di lui, ormai defunto. Lei «non si occupa di religione», salvo avere con sé una «statuetta di Artemide», e di suo figlio «ha capito poco», «cupamente inquieta» di fronte ad azioni di lui che gli altri dicevano «miracoli», e nel complesso «disapprova» questo figlio che «si è montato la testa» e perciò, ma in sua assenza, «fu suppliziato a furor di popolo». Mai più visto – ovvio! – ma loro, i «seguaci» fatti banditi, la tengono prigioniera per impedirle di dire «la verità» e «si stanno organizzando per manipolare e strumentalizzare il messaggio del defunto»: vogliono inventare una religione! L'originale, qui elogiato e lanciato, ha autore irlandese, Colm Toibin – già qui 24/1/2014, e quel “colm” pare già verdetto ndr – mentre traduzione e adattamento sono roba italiana: Giordana e Perisse. Che dici? Niente: è libertà, e guai a chi la tocca! Coraggiosi in tanti, da noi. Qui già in cinque, e per caso in pagina ieri c'era anche un altro, che impavido si offre spontaneo, da libero giornalista, ai processi… vaticani. Sì! Proprio di quella “banda” di “seguaci” che hanno impedito a quella Maria di dirci la sua verità. Per fortuna che da noi la stampa, e la verità, sono liberi!?
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