giovedì 22 dicembre 2016
Qualche giorno fa, "Corsera" (14/12, pp. 36-37): «Cattolici diffamati». Paolo Mieli presenta con due fitte pagine intere «False testimonianze» (Lindau), 400 pagine che… «smascherano alcuni secoli di storia anticattolica». Una serie di argomenti e di fatti che smentiscono tante, quasi tutte, le accuse ricorrenti (anche da noi) contro Chiesa e cattolici in genere. «Non nega i fatti, Stark», scrive Mieli, ma «smonta le colpe che gli storici hanno attribuito alla Chiesa per ricondurle alla loro giusta dimensione». Ricorda perciò il preteso «oscurantismo» del Medioevo, lo scontro con la scienza, la supposta predilezione cattolica per i regimi tirannici, il favore per la schiavitù, l'opposizione al capitalismo e più in generale alla modernità. Due pagine del "Corsera", a firma Paolo Mieli...
E da allora? È passata una settimana. Nessuno ha osato dire che Mieli è un ingenuo accomodante. Eco in altre pagine? Zero! Da noi si scrive, ma soprattutto – ne abbiamo prove continue a diverso proposito – non si legge… E prima o poi anche in pagine con fama di cultura riprenderanno le stesse accuse qui dimostrate infondate. E ora altro.
Ieri sul "Manifesto" in prima pagina vignetta con silhouette di donna incinta: «Sto cercando un posto sicuro per partorire. Per il 25 non credo di farcela». Se stavolta leggi, puoi riflettere: ogni nascita avrebbe bisogno di un «posto sicuro», ogni nascita è anche memoria e rievocazione di quel «25 dicembre» nella luce a prima vista flebile dell'annuncio che arriva da Betlemme ed è «per tutti gli uomini» (Lc. 2, 10).
Da lì, infatti, può iniziare un cammino in libertà per tutti coloro che non vogliono rassegnarsi al mondo così come appare e cercano di cambiarlo riconoscendo in ogni «nato da donna» (Gal. 4, 4-7) una scintilla della luce di quel Nato che ha promesso salvezza e gioia a chi ama, e amando cambia se stesso e il mondo.
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