giovedì 11 luglio 2019
Volgarità e malafede! Martedì – solito falso fin dal titolo di nostalgia post/sovietica – apertura gigante: «Papa Bergoglio benedice le Ong. Intervento a gamba tesa contro il Governo. Francesco schiera la Chiesa con i migranti e chiunque li faccia arrivare, scafisti compresi. Padre Sorge paragona Decreto Sicurezza e leggi razziali». Scafisti? Basterebbe, come maligna superficialità, ma arriva il supplemento offensivo con domanda retorica: «La crisi del business dell'accoglienza c'entra qualcosa?». Solite manipolazioni, solite maledizioni. «Business accoglienza»! In soldoni, anzi proprio in soldi, la Chiesa sui migranti ci guadagnerebbe... parola di gente che nulla sa di dono, gratuità e sacrificio e riduce tutto a ciò che conosce meglio: affari, anche e soprattutto sporchi. Ne seguono espliciti aut aut. E addirittura su "Repubblica" (8/7) leggi che oggi i cattolici dovrebbero scegliere…«tra il Papa e Salvini»!
Novità: dopo un po' di antipapi nei secoli la scelta di fede sarebbe tra il Papa e un ministro dell'Interno italiano. Senso del ridicolo perso da tutte le parti politico-mediatiche in lizza. Il vero tema è che si tratta di conservare, oltre a un minimo di rispetto e di senso delle proporzioni, almeno in po' di memoria della storia e invece talora pare che tutto sia evaporato. Vani, c'è da temere, anche i tentativi di recupero. Mi torna in mente che quest'anno alla maturità non c'è una specifica prova di storia... e ricordo una pagina di Corrado Augias, ("Repubblica Robinson" (17/5, p. 2) meritoria proprio su questo punto: «Chi cancella la storia». Penso a una serata tv a cura di Paolo Mieli (Rai1, 26/5) su vicende italiane di quasi 30 anni ricordate con il giusto rilievo prezioso e molteplice. Patrimonio del servizio pubblico, utile oggi più che mai che resti tale, quando certe pagine trasudano vergogna e falsità… Quanti ricordano, per esempio, che quelli tratti in salvo nel Canale di Sicilia non sono solo "migranti" , ma "naufraghi"? Quasi nessuno, ma anche qui sarebbe la chiave di tutto.
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