martedì 3 novembre 2020
Ieri “La Verità” (p. 1) in maschera da virus matricolato: «Il Papa all'Angelus non cita i martiri francesi»! Detrattori accaniti, e malandrini: Francesco ha subito condannato le stragi francesi e ha pregato per le vittime. Leggo solo uno dei titoli immediati tra rete e pagine: «Nizza, il dolore del Papa per l'attentato. Reagire al male con il bene!». In qualche redazione si vuole decidere anche cosa, come e quando gli altri debbano dire. Giornalismo vero? No: vergognoso! C'è altro? Si, sempre ieri (“Fatto quotidiano”, p, 6) rubrica “Il Chierico vagante”: «Bergoglio. La Chiesa corrotta è casta meretrix. Ma Sant'Ambrogio intendeva il contrario». Superfluo e parziale il richiamo a Sant'Ambrogio e ai suoi tempi. La questione antica è da sempre risolta a suon di Vangelo, anche suscitando la reazione di chi vuole confondere la realtà umana concreta della Chiesa sulla terra con la sposa di Cristo, o ancora con il Corpo Mistico di Cristo. Gesù è venuto come Salvatore dei soli peccatori, tutti, e nessuna creatura salvo Maria, salvata in anticipo, è esente dal peccato: «Non sono venuto a chiamare giusti, ma peccatori!». Tutti peccatori e tutti chiamati a conversione. Una ripetizione? Anche Paolo VI nel 1965 fece scalpore rievocando «Ecclesia simul sancta atque peccatrix». Il rettore della pontificia Università lateranense, monsignor Antonio Piolanti, davanti a un'aula piena – ero presente – osò commentare: «In hoc Papa haereticus!». Paolo VI, Papa e Santo riconosciuto e proclamato che si dichiara apertamente «peccatore», e facendo ciò non pecca, pur se dissente da chi oggi in pagina e rete protesta, dimenticando che Pietro, Santo e primo Papa sulla cui “pietra” Gesù ha fondato la Chiesa è stato peccatore anche lui, chiamato a conversione come tutti: ieri, oggi e domani!
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