giovedì 10 aprile 2008
Mode false anche dove non le aspetti. Ieri, "Corsera", pagina 14 " "Cultura" " da Parigi Paolo Di Stefano in dialogo con «il grande intellettuale bulgaro Tzvetan Todorov» che, testuale, «spiega il suo distacco dallo strutturalismo e risponde alle obiezioni di Cesare Segre sulla funzione della critica». Quattro colonne e foto per riflessioni profonde sull'ispirazione ideale della letteratura" Ma ecco il titolone, tra virgolette: «Tzvetan Todorov: "La vera eredità europea non è cristiana" Le nostre radici sono nell'illuminismo"». Affermazione secca e in chiara polemica con chi parla di «radici cristiane».
Dunque «il grande intellettuale bulgaro» ce l'ha con tanti, ma in particolare " ovvio! " con Giovanni Paolo II e Benedetto XVI che tanto insistono. Con un «però»... Se uno ha il vizio di non fermarsi ai titoloni e agli slogan, legge e trova altro: «l'Europa ha anche una tradizione greca, romana, ebraica, musulmana" Lungi da me ogni velleità di ignorare la funzione del cristianesimo nella nostra cultura, ma sul piano politico, come cittadini, dobbiamo riconoscere che sono stati i Lumi a svolgere il ruolo decisivo». È una cosa ben diversa, o no? E allora è la moda: prendi una frase, la isoli e presentandola come il tutto, la falsifichi. Tanto Todorov da Parigi non legge, e se per caso legge certo non protesterà" Tu però la spari, e ci campi per anni. La prova? Ieri sull'"Unità" (p.24) Gravagnuolo ricorda ancora con orrore ciò che per lui «fece il Papa a Ratisbona». Allora una frase, per di più altrui, appiccicata a chi la citava, e poi un incendio di false polemiche. Brutta moda!
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