sabato 2 febbraio 2008
Sorprese eterogenee. Davvero pesante per falsità manifesta ieri ("Unità", p. 27), quella del purtroppo solito Nicola Tranfaglia che racconta a modo suo la vicenda del Papa alla Sapienza. Così: «Il fatto è che il pontefice, offeso per il cambiamento dell'invito con il passaggio da lectio magistralis a semplice intervento tra i tanti, ha approfittato dell'incidente per varare una campagna decisa quanto falsa invocando una difesa sul piano della libertà di cultura». «Il fatto è»? Ricordi «i fatti», dall'inizio alla fine, e pensi che chi sostiene una cosa così chiaramente falsa, per scaricarla sul Papa in persona, o non capisce niente o è un bugiardo matricolato. Scelga lui! Ma resta la sorpresa. E ieri sorprende anche il "Corsera" (p. 11) scrivendo secco che Benedetto XVI «ha chiuso la porta alla procreazione in vitro omologa con parole durissime». "Omologa"? No! Basterebbe consultare i testi, da Pio XII a oggi, per capire che non è così. Nessuna sorpresa invece ("Unità", p.7) per il disprezzo del ginecologo Flamigni che «risponde al Papa» definendone così le parole: «Giudizio assurdo e inaccettabile»! Qualche "talebano de noantri" pensa senz'altro che tutto ciò che lui non accetta sia «inaccettabile» per tutti. Non segue. Come non segue, sempre "Corsera" (p. 11), la «coppia di credenti» esibita in pagina: «Abbiamo voluto la diagnosi preimpianto» e «grazie ad essa la nostra Silvia è sana». No: la diagnosi non ha cambiato la "sanità", ma essendo favorevole ha cambiato forse la sorte di Silvia, che «grazie ad essa» è viva. E altrimenti? La differenza pare piuttosto grande. O no?
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