domenica 3 agosto 2008
«Il Venerdì» di questa set-timana, due facce in foto. Una grande (p. 38): "I miei 80 anni con don Bosco e Manu Chao"(pp. 38-39), con intervista a don Andrea Gallo, noto "prete di strada" che "senza essere scomunicato, può cantarle alla sua Chiesa". Una faccia che a Malpelo piace. Don Gallo è simpatico e positivo, non tocca punti di vera fede, cammina al limite su scelte di "disciplina" pratica, non di principio, ma di applicazione concreta ai diversi vissuti. Perciò è sempre rimasto parte viva della sua Chiesa, "in comunione" con vescovi diversi tra loro " Siri, Tettamanzi, Bertone, Bagnasco " ma tutti custodi dell'autentica "ortodossia". Un solo appunto: qui Don Gallo vorrebbe che a dichiarare che "Berlusconi non può essere uomo del dialogo" fosse addirittura" il Papa! Un eccesso di clericalismo che non ti aspetti. La foto piccola invece è a p. 97, "La mia Babele" di Augias: "E Dio disse ad Abramo: ti ciberai di ghiande". Racconta vivace un libro recente tutto sulla "Quercia", ma a sorpresa la butta anche su Dio scrivendo come dato scientifico che "tra gli alberi della Mesopotamia all'indomani dell'era glaciale, la quercia era l'unica che avesse un frutto commestibile. La ghianda, ovviamente". Di qui la conclusione, sotto la sua foto che sorride tra le righe: quindi "dalla Genesi, quando Dio ordina all'uomo senza peccato di cibarsi dei frutti degli alberi", allora Adamo doveva mangiare solo le ghiande"E così un altro colpetto alle "favole" della fede. Che dire? Che le ghiande nella Bibbia ci sono davvero, nei Vangeli: le mangiava il figliol prodigo, custodendo i maiali. Poi però ha capito tante cose.
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