sabato 13 novembre 2004
Le autocertificazioni? Utili contro certa burocrazia, e talora necessarie, come capitò a Pio XII, quando disse "anche io sono cattolico" alla zelante ambasciatrice Usa in Italia, Claire Booth Luce. Talora, però sono ridicole. In pagina ne corre una serie speciale: comincia con un "sono cattolico", ma continua menando botte su Chiesa, preti e correligionari. Giovedì per esempio "Liberazione" riporta la lettera di Renato Pierri che si autocertifica come "ex docente di religione cattolica", e da quella ex cattedra afferma che "Buttiglione non è un buon cristiano", affibbiandogli tesi da lui mai sostenute. Una lettera ex intelligente" Vale anche ("Unità", 5/11) per una lettera di Roberto Gisotti con questo inizio: "Come cattolico non praticante confesso di essere rimasto fortemente colpito dalla scelta fatta dai fondamentalisti cattolici americani". Dice che non gli piace Bush, lui, e che condanna "il fanatismo del signor Buttiglione", ma per farlo esibisce la tessera: "cattolico non praticante". A leggerlo si vede subito che ha poca pratica in molte cose, ma loro pubblicano: viene bene, è sempre utile, e quel "non praticante" è come una patente in più. Pare a Malpelo che anche a "Europa" ci sia qualcuno che "si dice" cattolico, ma che come cervello deve essere "non praticante" se giovedì, p. 6, in un'intervista a Lech Walesa vede una "sconfessione" di Buttiglione, indicato ironicamente fin dal titolo come "filosofo-amico-del-papa". Sanno che questo è vero, ma da ex intelligenti, installati in altre poltrone, del Papa ormai se ne infischiano. E lo scrivono anche: non praticanti, ma professionisti.
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