sabato 25 luglio 2020
In questi giorni ogni articolo, ogni discorso dovrebbe incominciare con le parole: grazie presidente per il coraggio, la costanza, la decisione con la quale ha rialzato le sorti del nostro paese e difeso la linea che si era proposto. La vittoria, la pace, il futuro da tessere con fili diversi forse uno dall’altro, ma con mano serena e in accordo gli uni con gli altri, tutto portato avanti con coraggio e determinazione, hanno aperto al nostro paese una via da percorrere finalmente con maggiore serenità. Senza gesti da capo popolo, ma con quella sua aria pensosa ma serena, con la quale seppe affrontare quei paesi europei con quel suo ragionare che non lasciava aperte risposte negative. È stata una vittoria per il nostro paese e una sorpresa per coloro che non avevano contato sul suo coraggio e la sua determinazione, ora tocca a ognuno di noi non pretendere tutto e subito perché le cose hanno bisogno del loro tempo. Di tempo ha bisogno anche questo sconosciuto virus, altro nome non abbiamo, che dilaga per il mondo e quasi non volesse fare torto a nessuno, non dà pace neppure a chi vive fra le montagne, nelle foreste, lungo il mare. La nostra scienza che getta richiami in altri mondi dai quali ci aspettiamo modesti tipi di risposte fra lunghi anni, non riesce per ora a vincere. Per la prima volta nella storia dell’umanità ci troviamo tutti legati allo stesso problema che per ora non sembra facilmente risolvibile. È difficile anche per la scienza affrontare un tema completamente nuovo che tiene accesi un’infinità di problemi del nostro modo di vivere, che ci obbliga a sopportare giorni di fatica e di paura e, nel medesimo tempo, non ci dà tregua sul lavoro, sulla necessità di andare avanti per non perdere ciò che fino adesso abbiamo conquistato. Ci lamentiamo perché i giovani non seguono le regole che gli scienziati hanno imposto per non cadere nelle braccia del virus, ma le speranze non sono ancora così certe da imporre a chi è all’inizio della vita sacrifici che sembrano inutili. In fondo la giovinezza è una sola e non ritorna e se l’attesa è lunga con cosa sostituirla? Questo forse è il ragionamento di tutti quei ragazzi che alla sera si cercano, si trovano assieme per dimenticare la realtà. Ma proprio perché è una sola va vissuta con coraggio e dignità, vorrei dire con gioia se non sembrasse una espressione non vera. Esiste gioia nell’aiuto agli altri, esiste felicità nel fare positivo. Esiste piacere nel condividere pensieri e cose, ma anche nel regalare del proprio tempo a chi ne ha bisogno. Quanta solitudine c’è nel mondo. Anche in quello vicino a noi che aspetterebbe solo un saluto, una stretta di mano. La politica, se ci pensiamo, non dovrebbe essere opera di pochi, ma almeno interesse di tutti, leggendo, scrivendo, operando nel proprio piccolo cortile, nell’incontro sulla nostra strada, nel leggere, non solo nel critica. Ogni pensiero può essere utile, può trovare come essere ascoltato.
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