martedì 28 agosto 2012
Domenica Benedetto XVI all'Angelus ricorda che alla proposta di Gesù – mangiare il suo corpo e bere il suo sangue – molti se ne andarono, ma Pietro alla domanda: «Volete andarvene anche voi?», replicò: «Da chi andremo, tu (solo) hai parole di vita eterna!». Tra gli increduli, anche se non se ne andò – ha ricordato il Papa – c'era Giuda, che sentendosi a sua volta tradito, poi tradì Gesù. Lui «era uno zelota, e voleva un Messia vincente», ma è chiaro da tutto il Vangelo che il messianismo di Gesù non lo era: le tre tentazioni del deserto (pane per tutti dalle pietre, prodigi spettacolari e dominio su tutti i regni del mondo) sono l'opposto di Gesù Messia «Servo sofferente» (Isaia) e «uguale a Dio» che «svuotò se stesso prendendo la forma di schiavo… obbediente fino alla morte» (Paolo, Fil 2,7-8). Dietro le brevi parole del Papa 2.000 anni di esegesi, commenti di santi e sapienti, storia di grandi biblisti, teologia del "segreto messianico" rivelato a poco a poco… Ma ieri titolo-strillo: "Cristo crocifisso perché non voleva fare politica"! ("Il Giornale", p. 17). Per paura che oggi «i cattolici» – questi strani cattolici che non si vergognano di chiamarsi tali – vogliano fare politica, qualcuno fraintende il Papa e arruola Cristo a protezione dei propri interessi. Succede anche – altre pagine – che nel testo si trovi un accenno a Vatileaks e al Papa «tradito» dai suoi intimi e persino una polemica larvatamente antiebraica, perché in Israele al tempo di Gesù c'era davvero chi voleva cacciare i romani dominatori. E allora? Allora si cerca una "replica" del rabbino, che per fortuna non si sogna neppure di replicare al Papa. Messi male! Finita la vacanza ricominciano le scuole: anche di giornalismo?
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