sabato 15 dicembre 2012
Espresso" bollente in edicola: «Il Vangelo secondo Küng»! Dunque dopo Matteo, Marco, Luca e Giovanni ecco Hans, «sempre in trincea (…) celebre teologo ed ex collega del Pontefice». Wlodek Goldkorn lo intervista (pp. 108-111) e addirittura nel sommario gli fa dire di seguito una grande verità e una grande falsità. Eccole: «La fede è necessaria. Ma non va imposta. Ecco perché sbaglia Joseph Ratzinger». Domanda, non a Goldkorn, probabilmente in tema "alfabeta": quando mai, dove mai, Joseph Ratzinger avrebbe sostenuto che «la fede» può, o addirittura «deve» essere imposta? Si possono citare mille volte in cui ha sostenuto esattamente il contrario, contro ogni integralismo fondamentalista. A cominciare dal famoso Discorso di Ratisbona. Dunque tu leggi e tra affermazioni di buon senso per esempio nei confronti di certo ateismo arrogante– spesso di casa a "L'Espresso", vero? (ndr) – trovi che l'intervista fa dell'intervistato una macchietta che, «scherzando ma non troppo» rivela, «Ratzinger mi invidia», e poi concedendosi al dubbio «sorride»: «Dovrei dire che Ratzinger è un grande teologo?». Lo "sciagurato" Wlodek non risponde, ma aggiunge che Küng «dimostra una ventina di anni di meno di quelli che ha». Nell'occasione, però, anche tanta saggezza in meno di quella che – età e carriera compresa – dovrebbe avere. Ultima perla: per Goldkorn «l'intervista» è concessa «in occasione della pubblicazione del suo libro, forse il più importante: "Dio esiste?"». Giri pagina e leggi che quel libro è del 1979: ritardo proprio di 33 anni! L'età di Gesù di Nazaret. In conclusione leggi che per Ratzinger Gesù «è Dio», mentre per Küng è «figlio di Dio». Le due cose insieme non vanno? È Nestorio: indietro di 17 secoli. Giri foglio e (p. 112) trovi titolone conferma: «Ciak! Si invecchia».
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