venerdì 18 marzo 2005
Non sensi e capitomboli. Ieri "Repubblica"(p. 50) presenta un Dossier di "Reset" sul "rapporto tra Dio e io" con l'intervista del direttore Giancarlo Bosetti all'esperto di religioni Oliver Roy, il quale sostiene soddisfatto che oggi cresce una religiosità diffusa e anonima, che mescola tante ispirazioni, ma non ha bisogno di chiese e di teologia: contano i valori, la teologia non conta più nulla. Dunque l'ignoranza regna sovrana? Leggi e trovi la prova vivente nell'"esperto" stesso. Eccolo sicuro: "si può dimostrare che all'interno del cristianesimo il protestantesimo sia simile al cattolicesimo su precisi punti, come la transustanziazione e il rapporto tra fede e salvezza"". Ma davvero? Se ci sono infatti due punti cruciali di contrasto tra cattolicesimo e protestantesimo, storicamente sono proprio questi. Un esperto molto inesperto. Con conferma immediata, quando più avanti attribuisce tout court al cattolicesimo "il movimento carismatico", che tutti invece sanno di origine schiettamente protestante. Così è: acrobazie "culturali" e scivoloni abissali" C'è altro, in materia? Sì, senza pretese culturali, ma politiche. Ieri "Europa" (p. 7) denuncia intrepido: "Avvenire vede il peccato non il peccatore". E offre subito la dimostrazione testuale: "così Marco Tarquinio conclude il suo editoriale sul quotidiano dei vescovi: "sebbene Silvio Berlusconi non abbia resistito alle tentazione di dire in tv ciò che avrebbe dovuto dire da premier in parlamento'"" Dunque nel testo di "Avvenire" c'è - posto che si tratti di un peccato - anche il nome del peccatore. E allora? Allora anche su "Europa" non senso e patatrac. Salute!
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